mercoledì 19 dicembre 2012

SuperPolloBros




Questa e' la storia del super pollo che quasi non entrava nella teglia da quanto era grande. Accidenti se avanza ne faro' polpette oppure una bella insalata di pollo oppure...oppure....
Avevo ordinato questo splendido pollo alla gastronomia di fiducia dove Naraya  mi aveva pubblicizzato questa "creatura" portatrice di un sapore sopraffino e prelibato quasi di cacciagione, in più biologico e addirittura utilizzato nelle cucine di Chef locali di grande fama tra cui alcuni  onorati con stelle Michelin, si perché qua nei Paesi Baschi a stelle stanno bene, in cielo se ne vedono poche, causa nuvolosità persistente, ma i piatti brillano di luce propria da quante stelle hanno! Ma questa e' un'altra storia che voglio approfondire piu' avanti....
Insomma SuperPolloBros arriva il giorno in cui ti ho visto e sono rimasta a bocca aperta mi sembravi aancora piu' grande della realta' (4, 5, 6 kg?!) e quindi ho pagato e ti ho portato via con me, senza pensarci un attimo!
Avevo 4 persone a cena piu' marito e sottoscritta e non ho neanche pensato di pesarti per quantificare la tua possenza, tanto sapevo che eri enorme poi pero' maneggiandoti per pulirti e farcirti  tanto enorme non mi parevi, anzi ..... ma sai qui mi sono abituata alle grandi dimensioni, pasteles 15X15, zucchine gigantesche, merluzas stratosferici....che l'occhio non vede piu' le cose ...normali.
Insomma alla fine della cottura ti ho visto asciutto, sodo, tornito ma enorme proprio no.....mi hanno detto che eri saporito e la carne era morbida..... appunto mi hanno detto perché  eri solo 1 kg e 700 g e io non ti ho neanche assaggiato!

Pollo con frutta secca
Ingredienti 
-1 bel pollo biologico
-3 salsicce fresche 
-200 g prugne secche denocciolate
-200g di albicocche secche
-150 g di noci
-200 g castagne 
-succo di 2 arance
-qualche cipollina 
-2 fette di pancarre'
-qualche chiodo di garofano
-sale e olio evo

Prima di tutto prepariamo la farcia con le prugne 150g, le albicocche 150g, le salsicce (vanno liberate della pelle e sfatte con le mani) il pane sbriciolato e le noci spezzettate, la facciamo riposare in frigo  poi dopo aver pulito il pollo lo riempiamo con la suddetta e lo saliamo e aggiungiamo un po' di olio ma poco, perché  il pollo butta fuori molto grasso, lo bagnamo con 1 arancia e lo inforniamo a 180ºC per circa 2 ore. A meta' cottura ho aggiunto il resto delle prugne e delle albicocche nella teglia e una decina di cipolline scottate 5 minuti in acqua bollente in modo che ci fosse anche una salsa di accompagnamento piuttosto ricca e per finire il succo della seconda arancia.
Non ho altre foto lo siento, perché non potevo fotografare nei piatti dei commensali......
almeno per il momento ;-)





domenica 16 dicembre 2012

Carciofi ripieni de toda la vida!




I carciofi ripieni penso di averli visti fare sempre in casa, da mia madre (che aveva imparato a farli con la nonna materna, la mia bisnonna) e poi anche io ho intrapreso l'arte della farcitura  del carciofo già  in tenera eta' ed e' uno dei contorni meglio riusciti e di maggior successo quando vengono gli amici a cena!
Devo dire che per me il carciofo e' una delle verdure in tutte le sue varianti morellino, violetto, mamme, romanesco piu prelibata che ci sia, a cui difficilmente resisto. Qui in Spagna ho trovato dei carciofi verdi con foglie piuttosto rotonde senza grandi spine, il verdurero mi ha detto che vengono dalla Navarra. Hanno un sapore molto buono forse più delicato dei nostri italiani ma strano  a dirsi non ne ho trovato altri tipi!
 In tanti mi chiedono la ricetta e allora quale miglior momento! Potrebbe essere un ricco contorno per un pranzo natalizio o per i giorni di festa o per... quando vi pare!
 

Ingredienti
per 6 carciofi


- un bel mazzo di prezzemolo 
- gambi dei carciofi 
-3 fette pane in cassetta (in mancanza si puo' sostituire il pane con pangrattato)
- 3 cucchiai di olio evo
- 50 g parmigiano a tocchettini o grattugiato
-sale


Prima di tutto si puliscono i carciofi togliendo le foglie dure, si elimina buona parte della punta e visto che il gambo (che puliremo anch'esso sfilando la parte esterna più dura) ci serve, tagliamo anche la base in modo da renderla piatta, perché così possa stare ben seduto nel tegame. I carciofi vanno immersi in una ciotola con acqua e 1 limone spremuto per evitare l'annerimento! Intanto si mette nel mixer il prezzemolo lavato e asciugato,  il pane spezzettato, i gambi tagliati in tocchetti, il parmigiano, 3 cucchiai di olio e sale  e si trita!



A questo punto si prende ciascun carciofo e con le dita si apre piano piano, partendo dalla parte interna e spingendo verso l'esterno, per far si che si possa inserire il ripieno (circa 3/4 cucchiaini per carciofo ma certo dipende anche dalle sue dimensioni) premendolo bene con le dita. Meglio abbondare perché tanto il ripieno non esce, don't worry.


Si pongono i carciofi in un tegame dove possano stare stretti, quasi incastrati, senza il rischio cosi che  si  pieghino di lato, si aggiunge un filo di olio e mezzo bicchiere di acqua e si cuoce coperto a fuoco medio/basso per circa 20/30 minuti o fino a quando con una forchetta non si riesca ad infilare lateralmente il carciofo.
Questo contorno si può preparare anche il giorno prima per quello seguente anzi e' anche più insaporito.
Buon Appetito!


Version en español:

Para 6 alcachofas
- un manojo de perejil
- 3/4 rebanadas de pan bimbo, si no hay 6/7 cucharadas de pan rallado
- todos los pies de las alcachofas
-parmesano 50 g
- sal
- aceite EVO

-Limpia las alcachofas quitando las hojas más duras, luego corta y elimina con un cuchillo la punta de la alcachofa (para quitar las espinas) y la base para permitir que la alcachofa pueda estar biende pie. Durante este trabajo pone las alcachofas en un bol con agua y limón para que no se hacen oscuras.

-Picar con el minipimer los pies de la alcachofa, el parmesano, el perejil, el pan y el aceite !

-Abrir las alcachofas y ponerle dentro 2/3 cucharillas (claro que depende del tamaño de la alcachofa también) de la mezcla  presionando con los dedos.

-Ahora pon las alcachofas en una cazuela, donde puedan estar bien cerradas para evitar que se caigan de lado durante la cocción. Añadir medio vaso de agua y 1 cucharadas de aceite y cocer durante media ora o hasta cuándo la piel de las alcachofa sea suave!

¡Buen provecho!

lunedì 10 dicembre 2012

Paccheri di Annarita seconda puntata

Annarita ti avevo avvisato che non finiva qui... ;-) un regalo piu' gradito non me lo potevi fare.

I paccheri mi sono piaciuti cosi tanto che ieri sera  ne ho fatto una nuova versione con il pesce che avevo surgelato, la merluza, cioè  il nasello, perché qui in Spagna il nostro nasello si chiama merluza e io c'ho messo un bel po' di tempo per capirlo, anche se tutte le volte che lo compravo dicevo "ma guarda questo merluzzo come assomiglia al nasello"..... c'e anche da dire che i naselli locali, provenienti dall' Oceano Atlantico sono di dimensioni esagerate, niente a che vedere con i nasellini del Mediterraneo.


Ingredienti

-200 g di paccheri
-1 barattolo di  pomodorini datterini
-olio evo
-4 spicchi di aglio
-600 g di nasello congelato
-prezzemolo q.b.



 Ho messo a cuocere in una pentola a fuoco basso un pezzetto di nasello scongelato, la parte finale della coda ( che mi avanza quando compro un pesce intero, anche di 2 kg, e me lo faccio tagliare in tranci) con un filo di acqua. Quando e' quasi cotto lo pulisco, gli tolgo le spine e lo faccio saltare per 2/3 minuti in una padella a fuoco vivo con 2 cucchiai di olio evo e gli spicchi di aglio. Poi aggiungo mezza scatola di datterini a saltare insieme al pesce, regolando di sale (se piace ci si aggiunge peperoncino o paprika). 




Quando i paccheri sono cotti si fanno risaltare in teglia col pesce e i pomodorini e poi si serve con prezzemolo fresco! E buon Appetito.





sabato 8 dicembre 2012

I paccheri di Annarita

Ieri mi sono ritrovata con Annarita, campana doc, amica di avventure bilbaine con la quale ci troviamo settimanalmente per fare un po' di gossip, questo ci fa molto bene perché  cosi facciamo fare un po' di ginnastica alla lingua a gratis, invece di andare a perder tempo e soldi in palestra vero Annarita?
A parte gli scherzi ieri mi ha fatto un regalo super-gradito: una confezione di Paccheri trafilati al bronzo  e 2 barattoli di datterini campani, per la precisione di Battipaglia.
Tornata a casa non ho saputo resistere e visto  che anche lo sguardo del consorte si e' illuminato a tanto ben di Dio mi sono lanciata a fare questa pasta buonissima e con il pregio di essere anche veloce!



Ingredienti

-200 g di paccheri
-1 barattolo di datterini
-olio evo
-basilico
-2 spicchi di aglio
-mozzarella fior di latte

In una padella con 2 cucchiai di olio evo e 2 spicchi di aglio si fanno saltare i datterini a fuoco vivo, intanto si buttano i paccheri in acqua bollente salata e si lasciano cuocere per circa 15 minuti. Quando i paccheri sono pronti si risaltano insieme ai pomodorini per 2/3 minuti. Mi mancava il basilico e ho aggiunto  sopra la mozzarellaa tocchettini una vera goduria. E se vogliamo un filo di olio a crudo che non fa male!

Ancora un grazie alla mia amica Annarita, grande cuoca e buongustaia allo stesso tempo.

  

venerdì 7 dicembre 2012

Aristogatti meno uno....


"Les Fleurs du Mal" 
Charles Baudelaire
Le chat

Dans ma cervelle se promène, 
Ainsi qu'en son appartement,
Un beau chat, fort, doux et charmant.
Quand il miaule, on l'entend à peine

Tant son timbre est tendre et discret;
Mais que sa voix s'apaise ou gronde,
Elle est toujours riche et profonde.
C'est là son charme et son secret.

Cette voix, qui perle et qui filtre 
Dans mon fonds le plus ténébreux,
Me remplit comme un vers nombreux
Et me réjouit comme un philtre.

Elle endort les plus cruels maux
Et contient toutes les extases;
Pour dire les plus longues phrases,
Elle n'a pas besoin de mots.

Non, il n'est pas d'archet qui morde
Sur mon coeur, parfait instrument,
Et fasse plus royalement
Chanter sa plus vibrante corde,

Que ta voix, chat mystérieux,
Chat séraphique, chat étrange,
En qui tout est, comme en un ange,
Aussi subtil qu'harmonieux!



Ho ritrovato questo libro, datomi dalla cara zia Katerina, che me lo aveva regalato sapendo che studiavo il francese, ma confesso che non l'ho mai letto, forse sfogliato. 
Proprio in questi giorni Michele sta' riordinando  la libreria e a causa del trasloco e caos vario non mi ricordavo piu' dove fosse finito questo libro e gli ho chiesto se ci fosse ancora e lui zac me l'ha trovato! E la sorpresa non e' finita.... mi si e' aperto proprio alla pagina  Le Chat.....

Beh forse ho intuito che era arrivato il momento di parlare di gatti, in particolare dei miei adorati gatti, Matisse e Minu'. Ebbene per chi e' amante degli Aristogatti mancherebbe Bizet ma se prendevamo un altro gatto uscivamo noi di casa viste le dimensioni degli altri due. Si effettivamente  sono in leggero sovrappeso soprattutto Minu' che diciamolo pure e' una gatta un po' Boteriana, forse per la sterilizzazione o forse per la sua incredibile voracità! Bellissima e tricolore quindi femmina per eccellenza di una dolcezza unica e così  coccolona che salta sempre in collo a fare le fusa, in particolare d'inverno.



 Poi abbiamo Matisse il "comandone" di casa, Rosso Malpelo come lo ha soprannominato il veterinario perché ha un caratterino un po' difficile e non gradisce essere toccato dagli estranei..... figuriamoci dal veterinario che si trova costretto per la sua incolumita' ad addormentarlo ogniqualvolta lo porti a fare una visita.
Mi ricordo la prima volta che lo portai dal veterinario appunto e ancora ignara che Matisse si sarebbe trasformato in leone di li a pochi secondi, incappammo in una giovane e gentile dottoressa  vogliosa di far vedere la sua buona volontà davanti al gattino (ancora potevo chiamarlo tale!) capriccioso. Ebbene la poveretta si e' portata il suo ricordo per parecchio infatti Rosso Malpelo tiro' fuori il suo splendido artiglio e gli sbrano' una mano......da quel giorno ho imparato io a fargli il vaccino!




Naturalmente i pelosoni si sono trasferiti insieme a noi a Bilbao,  ma come? Viste le  piccole dimensioni dei felini non potevo portarli  con me in aereo come bagaglio a mano con la gabbietta, perche' non dovevano superare gli 8 Kg, gatto e gabbietta..... invece 8 Kg pesavano solo i gatti quindi si sforava di molto!!!
Allora come alternativa abbiamo optato per una due giorni in auto Firenze-Bilbao con gatti al seguito in una  gabbietta da cani..... Per fortuna durante il tragitto abbiamo dormito la notte in un albergo del sud della Francia che accoglie anche animali domestici quindi tutto si e' risolto benissimo. Grazie allora a Baudelaire per aver scritto questa Ode al gatto e ai francesi per averci fatto dormire anche con i gatti

 Je vous remercie beaucoup ;-)







martedì 27 novembre 2012

Lebkuchen




Questi biscottini speziati sono di origine austriaco/tedesca tipici per Natale e a me sono piaciuti parecchio, particolarmente insieme ad un buon te', ma c'è chi li consiglia anche con il vin brûle' visto i freddi del Nord Europa. Li ho offerti alla mia vicina di casa che prima si e' negata perché la mattina seguente doveva fare il prelievo del sangue ma poi dopo averne assaggiato uno ha accettato un pacchettino da portarsi a casa per gustarseli dopo le "analisi"! La ricetta e' della collana Cordon Bleu "I biscotti".

Ingredienti

150 g di farina
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere
1/4 cucchiaino di lievito in polvere
40 g scorza agrumi misti sminuzzati ---> scorza di 1 limone biologico
85 g mandorle macinate ---> 1/2 nocciole e 1/2 pinoli macinati
1 uovo
60 g zucchero di canna 
180 ml miele acacia  --->50 ml
3/4 cucchiai di latte 
125 zucchero a velo
1 cucchiaino di brandy


Prima di tutto ho preriscaldato il forno a 180/200 ºC e foderato con carta da forno  uno stampo per rotoli. In un recipiente  si sbatte l'uovo con lo zucchero molto bene finche' il composto non e' aumentato di volume poi si aggiunge il miele, il latte e si versa il tutto in una ciotola dove avevo un attimo prima passato al setaccio la farina, la cannella, la noce moscata ed il lievito con aggiunta delle  scorze di limone e del trito di pinoli e nocciole. A questo punto si mescola tutto insieme per dargli una consistenza di pastella. 
Si versa nello stampo per rotoli la pastella in maniera omogenea e si cerca di distribuirla bene anche negli angoli.
Si inforna per 20/25 minuti non di piu' perché questi biscottini devono risultare elastici.

Glassa
Si mette a scaldare in un pentolino lo zucchero a velo con 1/2 cucchiai di acqua e il brandy mescolando con un cucchiaio fino ad ottenere una consistenza fluida. Io non ho avuto molta pazienza e la glassa non mi e' venuta molto bene ma un po' sottile e dall'aspetto lucido...comunque questi biscotti possono essere rivestiti anche con cioccolato fondente.
Si conservano in una scatola di latta anche per un mese.... 

Appena sfornato il  nostro rettangolo dolce si stende la glassa e quando sara' freddo si taglia in rettangoli .




Con questa ricetta partecipo a:


giovedì 22 novembre 2012

Le Arancine di Riso





Ebbene si ce l'ho fatta sono riuscita a fare le arancine, vittoria personale !

Quando ho visto che la vincitrice dell' MTC di Ottobre,  Roberta di Pupaccena, era di Palermo, siciliana, mi e' corso un brivido lungo la schiena e mi sono detta stai a vedere che la prossima sfida di Novembre sono proprio gli arancini? Aiutooo...confesso fino a quel momento per me erano solo maschili, anche se la ricetta parlava di arancine ....beata ignoranza, e per questo chiedo umilmente
scusa a Roberta!
Invece il destino ha voluto che non solo il presagio si avverasse, ma che in tutto questo trambusto gli arancini addirittura cambiassero sesso diventando arancine..... ma  non ci si stupisce piu' di nulla al giorno d'oggi ;-)
 
 Ero convinta di far un gran "burdel" come dicono in Romagna,  i miei incubi ricorrenti erano arancine che si spappolavano o scoppiavano appena immerse nell'olio bollente,  il ripieno che usciva da tutte la parti lasciando le tristi arancine svuotate della loro splendida femminilità, per non parlare dell'olio che schizzava ovunque, perche' diciamolo pure, le arancine cosi femminili a me piacciono un sacco, sfiziose e birichine, rispetto agli arancini maschi un po' grossolani e rozzi .... ma le femmine vanno sapute prendere con tatto e coccolate parecchio, lo sappiamo bene noi vero?
Invece sono stata  contenta di questa avventura, anche se accompagnata sempre da una buona dose di ansia e mi sono divertita un sacco!
Ma ora bando alle ciance corro in cucina ;-)

 Ingredienti

Per il riso:

-1/2 kg di riso originario (alcuni usano il Roma)
-1 litro circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
-una bustina di zafferano
-25 g di burro
-50 g di parmigiano grattugiato
-una cipolla medio-piccola
-olio evo q.b.
-sale q.b.

Per il ripieno "al burro" con prosciutto cotto, scamorza bianca e besciamella (per circa 6 arancine):

-80 g di prosciutto cotto in una fetta sola e di buona qualità (senza conservanti)
-120 g di mozzarella fiordilatte
-150 ml di latte + 15 g di farina + 10 g di burro
-noce moscata e sale q.b.

Per il ripieno "alla carne" con ragù e piselli (per circa 6 arancine):

-300 g di macinato di vitello (2° taglio)
-100 g piselli freschi o surgelati, ma al netto delle bucce
-250 ml di polpa di pomodoro
-una cipolla piccola, una carota, un gambetto di sedano, una foglia d'alloro, 2 chiodi di garofano
-olio evo q.b. e una noce di burro
-sale q.b.



Per la lega (ne resterà molta, ma serve per immergere bene l'arancina):

-400/450 ml d'acqua
-la metà di farina
-una manciata di sale


Per la panatura (ne resterà molto anche qui): 
400 g di pangrattato

Per la frittura:

1 litro olio evo (importante che arancina sia immersa nell'olio)


Il giorno prima ho preparato il riso, il sugo di carne e il brodo, perche' quando verranno usati per le arancine devono essere ben freddi!

Per il riso allo zafferano incomincio col fare imbiondire la cipolla tagliata fine fine poi ci butto il riso e lo faccio tostare. A questo punto aggiungo il brodo caldo poco per volta, abbasso il fuoco, mescolando spesso altrimenti si attacca. Quando il riso e' al dente si butta lo zafferano si mescola bene in modo che il tutto si colori di un bel giallo, zafferano appunto e poi si aggiunge il burro e il parmigiano. Importante fare freddare il  tegame di riso in un recipiente con acqua fredda perche' non continui a cuocere.




Per il sugo di carne in una casseruola con una noce di burro e un poco di olio si fa saltare il trito di cipolla, sedano e carota poi si aggiunge la carne, i chiodi di garofano e l'alloro, si fa cuocere per circa 5/10 minuti a fuoco vivo fino a quando la carne non ha preso un bel colore e a questo punto si aggiunge la polpa di pomodoro e i piselli, si abbassa il fuoco e si fa sobbollire per circa un paio di ore o fino a quando non si e' ritirato ben bene il sugo, che deve essere piuttosto asciutto.





Per il ripieno al burro, si prepara una bella besciamella e quando sara' pronta e soprattutto fredda, la aggiungo al prosciutto tagliato a dadini e alla mozzarella a tocchetti , io ho grattato anche un po' di noce moscata. 
Il giorno dopo si continua la seconda parte dell'avventura e qui, come ha consigliato Roberta, ci si deve organizzare molto bene perche' siamo davanti ad una catena di montaggio:
si prepara la lega, una pastella fatta di acqua e farina in una ciotola piuttosto profonda dove l'arancina possa "tuffarsi" tranquillamente...
si comincia con il formare delle pallotte di riso che stanno nel palmo di una mano, che riempiremo con i nostri ripieni ma come?
Io ho fatto come ha detto Roberta, cioe' con il pollice ho spinto il riso verso il basso e ai lati e mi sono fatta spazio per poter inserire il ripieno.....fatto questo si ricompatta l'arancina appena creata premendo bene con il palmo delle mani in modo da darle la forma desiderata






Ed ora apriamo le danze con il valzer del fritto: si passa prima tutte le arancine nella lega e poi nel pangrattato e via a friggere per qualche minuto in olio bollente (in una pentola piuttosto alta con l'olio, io non avendo trovato l'olio di semi ho usato l'extra vergine).
Alla fine il meritato riposo con tante arancine quante  ne vogliamo!
Grazie Roberta ;-)






Con questa ricetta partecipo all' MTC di Novembre



lunedì 19 novembre 2012

¡Madrid!

Lo scorso fine settimana siamo stati a Madrid, la capitale, con circa 7 milioni di abitanti compreso l'area metropolitana e gia' questo ci da' un'idea delle dimensioni di questa metropoli!
Beh sabato pomeriggio quando siamo arrivati, sembrava proprio che quei 7 milioni di abitanti fossero tutti in centro insieme a noi! Poi io ho avuto la mia bella esclamazione: "ma dai e' sabato pomeriggio vengono tutti a fare la giratina in centro"..... A quanto pare la giratina in centro la fanno tutti i giorni della settimana perche' e' sempre stato così giorno e notte!
Insomma si respira un aria di perenne movimento, di allegria e divertimento non per nulla la movida madrileña........

Questa Madrid e' stata inaspettata a cominciare dal fatto che si trova su un altopiano di 655 metri e tu pensi, bene arrivati in citta' poi sara' tutta piana....invece no ti ritrovi a fare spesso sali scendi come per le strade che dalla Puerta del Sol e da Plaza Mayor scendono verso i quartieri popolari Lavapies e La Latina o salendo  Calle Las Huertas direttamente dal Paseo del Prado.
Inaspettato la presenza assenza del fiume, Rio Manzanares, che sinceramente lascia un po' a desiderare come dimensioni ed e' geograficamente escluso dal cosiddetto centro perche' si trova fuori dalla zona turistica e se ne sta da una parte solo soletto....mi correggo a Madrid non si e' mai soli, ma lui un po' in disparte lo e'!
Inaspettata la luce ed il sole con un cielo limpidissimo di un colore azzurro intenso, vivo pur essendo a Novembre!




Abbiamo iniziato con la scoperta del Mercado de S. Miguel dove si viene realmente travolti da banchini e bar dai mille sapori e colori che si susseguono uno accanto all'altro, un luogo molto vivo ed invitante dove si puo' assaggiare di tutto dalla paella, alle tapas, alle ostriche, alla tortilla fino alla pasticceria tradizionale!


Sono rimasta piacevolmente colpita dal Museo Nacional del Prado,  per la splendida collezione dei dipinti e per la scoperta di Velazquez, che mi ha conquistato. La sua opera piu' conosciuta Las Meninas (1656) per me rivela l'estro e l'intelligenza di un artista  che sapeva di potersi permettere tutto anche ritrarsi insieme all' infanta Margherita, e al re Filippo IV e consorte, i suoi datori di lavoro diciamolo pure!
Il quadro mostra un momento della vita quotidiana a corte: il "nostro" Velazquez intento a dipingere la coppia reale che vediamo riflessa nello specchio in fondo, e che passa in secondo piano rispetto ai veri protagonisti del quadro, cioe' las meninas, le damigelle di corte attente alla cura della piccola infanta, la nana Maribarbola e il buffone di corte, che sta infastidendo il mastino ai suoi piedi.

E poi Goya, ritrattista alla corte di Carlo IV, con la splendida opera La Maja desnuda (1797-1800) che dette scandalo naturalmente visto che l'Inquisizione incombeva pesantemente...... in effetti per l'epoca era decisamente hot....
 Un altro quadro che mi ha molto colpito  e' il  Perro semihundido (1819-23) appartenente alle cosiddette "Pinturas negras" dell'ultimo Goya, solo e ormai malato colpito da una grave sordita' che lo isolerà ancora di piu' dal mondo circostante. E' un opera enigmatica che provoca grande angoscia per la presenza di un cane che guarda verso l'alto, non si sa in realtà questa opera, come tante altre di questa serie, era incompiuta comunque viene considerata un preludio della pittura astratta!

Inaspettata La libreria La Central, accanto al nostro albergo, luogo allegro e accogliente con tantissimi libri, alloggiato su due piani di un edificio antico.











Al piano terra presenta una caffetteria dove abbiamo fatto tutte le mattine la nostra colazione in un ambiente caldo ed accogliente con prodotti biologici, libri di cucina, c'era anche, nascosto in un angolo il Manuale del mio amico Artusi... che dire un saluto Pellegrino me lo voleva fare!
La mia colazione semplice ma nutriente: pane biologico tostato con burro e marmellata artigianale di fragole....bonaaaa





Inaspettato il panorama incredibile dalla terrazza del Circolo de Bellas Artes,  al settimo piano, che ti fa scoprire la bellezza di Madrid con i suoi tetti colorati e pieni si sole.
Come avrei voluto saper volare per lanciarmi direttamente in almeno uno dei tanti terrazzini avvistati!!!



E dopo le abbuffate di Madrid con tapas di tutti i tipi, callos a la madrileña, croquetas varie, paella e  naturalmente tortilla a gogo, meglio depurarsi un po' con una vellutata di broccoli

Ingredienti

-2 broccoli  di media grandezza
-1 patata
-1 bicchiere di acqua
-sale e pepe
-olio evo
-1 gambo di sedano per decorare
-parmigiano

questa ricetta semplicissima prevede di mettere a cuocere a crudo i broccoli e le patate  tagliati a cubetti, poi si aggiunge il bicchiere di acqua o tanta acqua fino a coprire il tutto. Si cuoce a fuoco medio fino a che le verdure non sono cotte. Infine si frulla il tutto col minipimer, si condisce con sale pepe e un bel cucchiaio di olio evo e infine se vogliamo si aggiunge un po' di parmigiano grattugiato. 
Alla prossima ;-)





giovedì 8 novembre 2012

Ribollita senza il cavolo.....

Insomma qui a Bilbao, per essere piu' precisa ad Algorta dove viviamo, in questi giorni il freddo si sta facendo sentire abbastanza, anche perché siamo praticamente sul mare dove il clima e' più mite e invece in particolare oggi ho visto molti  passanti sfoggiare cappotti e giacconi belli pesanti e camminare alla ricerca dei marciapiedi più soleggiati per riscaldarsi un po'.

Non poteva non venirci anzi non venirgli (perché questa volta a cucinare e' stato il marito) la voglia di fare un bella minestra di pane, tipica della nostra terra, la Toscana. Questa vi propongo e' un po' diversa dalla tradizionale, perche e' stato usato prima di tutto  quello che c'era in frigo..... e secondo devo confessarvi che il cavolo nero, ingrediente principe della ribollita e della tavola contadina, da queste parti manca e forse noi toscani siamo tra i pochi fortunati ad averlo assaporato......

Ingredienti

-1 porro
-2/3 carote
-1 gambo di sedano
-500 gr di fagioli cannellini lessi
-250 gr bietole
-6 fette di pane casalingo tostato in forno
-sale e pepe
-olio evo

In una casseruola si mette ad appassire il porro tagliato a rondelle sottili, poi si aggiunge le carote anch'esse tagliate sottili sottili , i fagioli con la loro acqua e le foglie di bietola tagliate fini, si aggiusta di sale; si copre con acqua e si lascia cuocere a fuoco medio per circa 40/45 minuti.
A questo punto si aggiungono le fette di pane (che dovrebbe essere toscano, non salato!) tostate in forno e strusciate con l'aglio. Si lasciano riposare al fine di farle ammorbidire e insaporire. Dopo almeno un'oretta si gira vigorosamente con un mestolo in modo che il pane si frantumi, la verdura si spezzetti e che il tutto si amalgami.
Si riscalda 5 minuti e poi si serve con olio evo fresco, la sua "morte" e' con l'olio nuovo di frantoio e per finire una spruzzata di pepe!









venerdì 2 novembre 2012

Ricetta n. 89 - Gnocchi di patate.


Avevo voglia di rendere omaggio al mitico Pellegrino Artusi, uomo di cultura, non solo culinaria, che con il suo manuale "La Scienza in cucina e l'Arte di mangiare bene", pubblicato nel lontano 1891, ebbe un successo incredibile, infatti  seguirono ben 15 edizioni.
Il manuale presentava 790 ricette e non solo, tanti consigli di igiene alimentare e norme per la buona digestione. Inoltre consigliava l'esercizio fisico per mantenersi in forma sia per giovani che per anziani, insomma a Pellegrino non gli sfuggiva proprio niente.
E' stato a sua insaputa il maestro e l'ispiratore di tanti chef ed esperti di cucina dei giorni nostri, che vorrebbero essere ricordati ai posteri con un tale libro, ma che con molta difficolta' ci riusciranno.....


Inoltre ho scoperto "in rete" che Pellegrino, nato a Forlimpopoli, si era trasferito successivamente a Firenze, in Piazza d'Azeglio, e io neanche lo sapevo....

Adesso quando ritorno a Firenze, per Natale, voglio andare a girellare in Piazza d'Azeglio per vedere se c'e' qualche lapide a giro in suo ricordo.


Gli gnocchi di patate sono una ricetta che faccio da vari anni senza nessuna variazione e che mi ha sempre dato risultati eccellenti!


Ingredienti 

per 2/3 persone 

-patate grosse e gialle gr 400
-farina di grano gr 150
-sale mezzo cucchiaino
-noce moscata 

Le patate lessate, si passo nello schiacciapatate ancora con la buccia (ho scoperto che lo schacciapatate la trattiene!) poi si aggiunge la farina, il sale e la noce moscata, si mescola il tutto fino ad avere un impasto omogeneo. A questo punto divido l' impasto in tante parti uguali, ciascuna delle quali lavoro con le il palmo delle mani fino a formare cilindri che poi taglio a tocchetti lunghi circa 2 cm.

Ogni tocchetto poi viene passato con l'aiuto del pollice su una forchetta infarinata per dargli la forma tipica dello gnocco!





A questo punto dopo averli spolverizzati di farina, per evitare che si attacchino, si buttano in acqua bollente gia' salata e si tolgono appena tornano a galla.

Io, normalmente li condisco con la pomarola e tanto parmigiano!




E adesso saluto l'Artusi con un suo consiglio per non far sparire gli gnocchi nell'acqua ;-)

"Vi noto la proporzione della farina per intriderli, onde non avesse ad accadervi come ad una signora che, me presente, appena affondato il mestolo per muoverli nella pentola non trovo' piu' nulla; gli gnocchi erano spariti. - O dov'erano andati? - mi domando' con premurosa curiosita' un'altra signora, a cui per ridere raccontai il fatto, credendo forse che il folletto li avesse portati via.
- Non inarchi le ciglia, signora - risposi io - che' lo strano fenomeno e' naturale: quegli gnocchi erano stati intrisi con poca farina e appena furono nell'acqua bollente si liquefecero." 


Version en español

Ingredientes para 2/3 personas
- 400g de patatas viejas
-150 g harina de trigo
-media cucharadita de sal
-nuez moscada
-salsa de tomate
Hay que poner las patatas a cocer para media hora en agua hirviendo. Enseguida pasarlas por el machacador, que se guarda la piel y deja pasar las patatas machacadas. Recogerlas en un bol donde vamos a poner también la sal, la nuez moscada y la harina. Mezclamos todo muy rápidamente hasta obtener una masa que sigue siendo caliente. pero no importa! El importante no añadir harina!!
Partimos esta masa en 4 partes que enrollamos( con la ayuda de  un poco de harina!) con el palmo de la mano hasta tener cilindros de 1,5/2 cm de diámetro. Cortamos en trocitos de 2 cm y ja esta  el gnocco hecho. Si queremos podemos pasar cada gnocco por encima de un tenedor para darle el toque mas clásico!
Vertemos en agua salada hirviendo y cuando los gnocchi subirán estarán listos. Escurrir y condimentar con una buena salsa de tomate casera!   











venerdì 26 ottobre 2012

Il Pane Dolce del Sabato

Da quando ho scoperto l' MT Challenge, direi da un mese, (e mi sembra di essermi persa troppo tempo!!!) mi e' venuta subito  la voglia di partecipare a questa  sfida culinaria! 

Per me e' una cosa stupenda perche' ti da la possibilita' grazie alla sfida, appunto, di buttarti all'avventura di nuove ricette, senza pero' dimenticare che ci sono delle regole da rispettare..... ti mette a confronto con le  "amiche cocineras" per trarre spunti e idee nuove.

Insomma io mi butto.... sperando di non fare figuracce ma sono qui per apprendere  da chi sa piu' di me
poi sbagliando s'impara! Almeno spero ;-)


Comincio questa mia prima esperienza con la ricetta di  Eleonora, il Pane Dolce del Sabato, che ci porta nell' affascinante mondo della cucina ebraica.
Mi ha riportato alla mente quando da piccola il mio babbo mi portava a fare "una giratina" alla Sinagoga di  Firenze, in via Farini con la sua splendida cupola verde acquamarina immersa in un incantato giardino orientaleggiante.......




Un luogo  dove si respira un aria molto particolare, spirituale di grande silenzio e ritualita'.

Piu' recentemente sempre insieme al babbo, ma questa volta c'era anche il marito, abbiamo visitato il Museo Ebraico nello stesso edificio che ripercorre la storia degli ebrei a Firenze, e la storia del "ghetto" con plastico che  ricostruisce proprio quel quartiere poi scomparso definitivamente con i lavori di risistemazione della citta' a fine dell' 800.

Questa ricetta per me e' stata molto divertente, anche se  non sono molto portata per i lievitati (sono sempre dell' idea che gli trasmetto la mia ansia  e non lievitano mai abbastanza!). 


Ingredienti

250 gr farina 
1 uovo
50 gr zucchero 
10 gr di lievito di birra
62,5 ml di acqua tiepida
62,5 ml di olio evo
5 gr di sale
50 gr di uva passa
1 tuorlo + 1 cucchiaio di acqua per spennellare
semi sesamo o papavero

in forno a 180/ 200 gradi  per circa 15/20 minuti.

Per la esecuzione  ho seguito minuziosamente i passaggi  della ricetta di Eleonora:

ho setacciato la farina, a cui ho aggiunto il lievito precedentemente sciolto nell' acqua tiepida (che aveva  riposato per 10 minuti anche con un cucchiaino di zucchero). Mescolato poi farina, sale e zucchero e poi aggiunto il lievito; a questo punto si  inizia ad impastare e dopo aver versato l'olio si incorpora l'uovo e si finisce  di lavorare fino a che l'impasto non si stacca dalla ciotola.


Fare lievitare per almeno 2 ore.


Prendere la massa, sgonfiarla, dividerla in tre parti uguali che si stendono su un piano infarinato fino a formare dei rettangoli lunghi circa 35 cm e larghi 15. Spargere l'uvetta sui rettangoli di pasta e richiuderli sul lato piu' lungo.

A questo punto si unisce i tre capi e si fa una treccia che lasciamo lievitare per altre 2 ore  adagiata sulla leccarda unta di olio.







Infine si spennella il pane con il tuorlo e il cucchiaio di acqua, si aggiunge i semi di sesamo e si inforna a 180 gradi per circa 15 minuti!


E alla fine ecco questo pane profumatissimo!
A dire la verita' a me si e' un po' abbronzato...... ;-)




Io ho seguito la ricetta identica, anche per il ripieno, a quella di Eleonora che mi ispirava molto.
Il pane e' durato pochissimo lo abbiamo spolverato in tempi ultrarapidi.


Con questa ricetta partecipo alla sfida di ottobre dell' MTC di menuturistico



domenica 14 ottobre 2012

¡Incomincia l'avventura!



Ebbene si anche io vorrei entrare a far parte  del mondo dei “blogger”, e devo confessarvi che e’ da un po’ di tempo che ci penso ma vuoi per pigrizia, vuoi per paura di fare una “figuruccia” ho sempre rimandato, ma adesso ho deciso di buttarmi in questa avventura costi quel che costi! 

Innanzitutto mi presento sono Ilaria, nata e vissuta per 40 anni a Firenze, e da un paio di anni trasferita  insieme a mio marito, Michele nei Paesi Baschi, a Bilbao, dove la buona cucina non manca anzi fa da padrona, per citare alcuni “must” per esempio in primis, i famosi pintxos e la tortilla, il bacalao al pil-pil, il marmitako e il pastel basco che non mancano mai a tavola di un basco! 
Il vivere qui mi sta facendo scoprire tanti aspetti  diversi di questa regione, tra cui, chiaramente, la cucina  e visto che mi piace il buon mangiare in queste pagine troverete una serie di piatti presi dalla cucina basca, spagnola, italiana, francese e che spero possano piacere anche a voi! 
Un grazie mille alla mia amica Gaia, e al suo blog La Gaia celiaca che mi ha dato lo sprint e la voglia per iniziare questa nuova avventura... ;-)

PESCADO AL HORNO......alla Ferran Adrià

Ingredienti

-un bel pesce eviscerato e pulito 
-2/3 patate tagliate a fettine sottili
-8 spicchi di aglio in camicia
-1 cipolla dolce a fettine
-2 pomodori perini o da sugo tagliati a fettine
-fettine di limone 
-lemon grass
-sale e pepe
-olio evo

Questa ricetta l'ho presa  dalla COMIDA DE LA FAMILIA  di FERRAN ADRIÀ un libro con i piatti di tutti i giorni della "famiglia" del EL  BULLI che per me e' stato una vera sorpresa visto che proviene dal ristorante considerato il piu' famoso del mondo. Le ricette sono semplici e sintetiche accompagnate da foto esaurienti!



 Intanto devo dire che  nei Paesi Baschi c’e’ una grande varieta’ di pesce da scegliere come la dorada, la lubina (spigola), il bacalao, la merluza (il nasello), che qui hanno dimensioni enormi rispetto a quelli del Mediterraneo, i naselli per esempio raggiungono anche il peso di 1,5/2 Kg. 
Questa volta ho scelto la “cabra” che appartiene alla famiglia degli scorfani, con pelle rosata e dal gusto saporito.
Prima di tutto si dispongono sulla leccarda, rivestita con carta da forno, le fettine di patate alternate con il pomodoro sempre a fettine e cosparse con gli agli e la cipolla, in modo da fare un paio di strati, il tutto con aggiunta di sale, pepe e olio. Si ricopre con carta di alluminio e si mette in forno a 180 ºC per circa mezz’ora.
Durante la cottura delle patate si prepara il pesce intero, a cui vengono fatte delle incisioni sulla pelle dove si inserisce  fettine di limone (biologico). Il tutto viene salpimentato e cosparso di olio e alcune scorzette di lemon grass. 
Allo scadere dei 30 minuti togliamo la carta di alluminio dalle patate  e si pone il pesce sopra per poi fare proseguire  la cottura insieme.

Si mette in forno per altri circa 30/40 minuti a 200 ºC.

E buon appetito!